Leader o complice?
Tempo fa scrissi Ti comporti da leader, convinto dell’importanza di essere una guida per il proprio cane. Convinto di una sorta di binomio gerarchico.
Ma questa convinzione comincia vacillare. E se fosse una impostazione sbagliata?
Forse non bisogna essere il suo leader ma il suo amico? È una decina di giorni che ogni tanto mi capita di fare qualche “scenetta” col mio cane. Piccoli giochetti che gli ho insegnato in questi anni: botta e risposta (io abbaio, lui risponde), zampa, coccole in collo tipo gatto (calcolate che è di 35kg) etc. Beh mi sembra di aver rinforzato il rapporto più con queste “bischerate” (vernacolo fiorentino) che con tante regole educative lette sui libri. In alcuni momenti sorrido, perché sono suo complice non suo educatore, come un amico davanti ad una birra. E lo sento più vicino a me.
Forse dobbiamo essere prima un suo amico e poi un suo leader. Si deve fidare come se fossimo suoi pari, e non perchè non gerarchicamente più competenti?
Mattia Marasco
2 commenti
Laura
Io sono dell’idea che dipenda dall’indole del cane (alcuni hanno bisogno di più “autorità” rispetto ad altri). Complimenti a chi riesce a essere leader in ogni momento…! Per me l’equilibrio sta nell’essere un compagno calmo-assertivo, come dice la Fennell…
roberta ricci
dovremmo essere ambedue le cose. Leader, perchè devo essere io che guido il mio cane attraverso la sua vita, io che gli dò gli orari, io che decido quando e cosa mangiare, io che lo addestro. Complice, perchè condividiamo la vita, sono complice quando vado a caccia con loro, mi devo fidare del mio cane e lui di me.
Un leader non deve per forza essere un dittatore. Io dei miei cani sono tutto e loro lo sono per me, come mio figlio e la mia famiglia. Noi siamo un branco nel vero senso della parola. Rispetto ciò che sono, semplici cani, non li umanizzo. Per questo ci capiamo a meraviglia! !!