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E alla fine arriva Noa!

Oggi è un gran bel giorno. Perchè? Perchè ospito il post di una blogger di tutto rispetto, per la precisione una foodblogger, autrice di Juls’ Kitchen, che a dire il vero è prima di tutto un’amica, una cara amica. Che ci fa una foodblogger su Dog Coach vi chiederete? Beh Giulia ha preso da poco un cane nel canile comunale di Prato e le ho chiesto se le andava di raccontare la sua esperienza, eccola qua…

Dopo quindici anni passati con lei, ad agosto 2012 Kira, il nostro cane, se n’è andata. Era la settimana più calda del mese più caldo degli ultimi secoli, ma quello che ricordo di quei giorni è solo il vuoto che ha lasciato. Una vita da cane di campagna, correndo nei campi, indipendente e buona, molto schiva. Quando se n’è andata abbiamo pensato che sarebbe stato impossibile sostituirla, ma poi dopo una settimana è arrivato un gatto tutto nero, un trovatello, nero proprio come era nera Kira. Wolfi non ha preso il suo posto, ma ha fatto la magia di farci capire che eravamo pronti ad allargare nuovamente il nostro cuore, per farci entrare non solo un micio, ma anche un altro cucciolo di cane.

Nel frattempo mi sono trasferita a vivere da sola, e la casa vuota e silenziosa richiedeva proprio la presenza di una cane. I miei genitori erano pronti a diventare i nonni della situazione.

L’idea è stata fin da subito quella di andare in un canile, volevamo un cane che fosse diverso da Kira, perché non volevamo far confronti. Doveva essere tutto nuovo.

noa-canileilrifugio-prato-by-giuliascarpaleggia-2Poi un giorno è comparsa una foto di Noa, una cucciolona bianca incrocio Golden, sul mio feed di Facebook. Noa, cinque mesi, era al canile a Prato e cercava casa. Non so cosa avesse di diverso da tutti gli altri, ma quando l’ho vista ho pensato, è lei. Dobbiamo andare a vederla.

Ho convinto babbo a venire come me e in un pomeriggio di febbraio siamo andati a conoscerla.

Non so se siete mai stati in un canile, per me è stata la prima volta, e non ero pronta a vedere così tanti cani soli, in cerca di una casa. Tanti avevano gli occhi tristi, ma molti di più erano comunque felici, scodinzolavano, si facevano notare e ti si avvicinavano per una carezza. Il canile Il Rifugio di Prato (qui il gruppo Facebook) è tra l’altro un’isola felice, con tanti volontari appassionati che danno l’idea di famiglia ai cani che ospitano, si vede l’amore e l’impegno che ci mettono.

Ma torniamo alla mia Noa. Quando siamo arrivati e ho chiesto di Noa mi hanno portata dalla cucciola incrocio Maremmano. Maremmano? Abbiamo quindi realizzato che Noa è un incrocio tra un maremmano e un Golden. Eravamo pronti a conoscere una cucciolina bianca, abbiamo trovato invece un cane che a 6 mesi era già più grande di come era Kira a dieci anni. Noa era timida, con gli occhi buoni, dopo un po’ si è sciolta e ha cominciato a giocare con i volontari del canile.

È un po’ come quando vai a comprare un vestito da sposa: dicono tutti che parti con un’idea, poi arrivi lì ed è il vestito a scegliere te, ti innamori di qualcosa che non ti aspetti. In un canile è così. Vai con un’idea, ma ricordati che è solo un’idea, poi arrivi lì e non sei tu a scegliere il cane, è lui, sono i suoi occhi, il suo modo di scodinzolare, il modo in cui ti lecca riconoscente le mani, i suoi salti di eccitazione… tu non lo scegli, è lui che ti sceglie e ti adotta, e ti fa un grande, grandissimo, enorme regalo.

Noa ci ha scelti, e nonostante fosse più grande – sia di età che di taglia – rispetto a quello che avevamo in mente, quel giorno siamo tornati a casa convinti di tornare a prenderla di lì a pochi giorni.

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Foto di Giulia Scarpaleggia

E così abbiamo fatto, e ormai è quasi un mese che è con noi. La mattina mi sveglia con il nasino umido, appoggia la sua testa vicino alla mia e si fa coccolare, sa bene qual è il modo migliore per cominciare la giornata. In casa è delicata e leggera, quasi non la senti, poi fuori si scatena ed esce il cucciolo che è in lei, le corse, i giochi, i salti, la scoperta della prima neve… è un’esplosione di gioia e energia. Ha trasformato ancora una volta con la sua presenza le nostre vite, compresa quella del “povero Wolfi”, come è stato ribattezzato il gatto. Ma anche lui pian piano sta prendendo confidenza con questo cavallo bianco!

A posteriori quindi l’idea di andare in canile è stata vincente: è importante andare lì con cuore e mente aperta, senza preconcetti, pronti a farsi scegliere. Ovviamente serve anche responsabilità, la scelta poi deve essere consapevole, e per questo è bene parlare con gli addetti del canile per conoscere il carattere e l’indole del cane che stiamo per portare a casa, per non dare false speranze a chi vuole solo rendere la nostra vita più felice e disordinata.

Giulia
http://it.julskitchen.com

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Un commento

  • monica cesarato

    Bellissima esperienza. Mi hai riportato indietro a quando quasi due anni fa siamo andati a prendere Luna al Canile di Chioggia. E per quanto amore gli dai, loro te ne danno 100, 1000 volte di più in ritorno! Bravissimi tu e la tua famiglia! bacioni!

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